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icona12 giugno 2009

Firma dell’accordo Comune-Provincia per il riconoscimento del Castello di Gorizia quale Museo

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Dopo 90ì pace fatta tra Comune e la Provincia di Gorizia
Questa mattina nella Sala del Conte il sindaco di Gorizia Romoli e il presidente della provincia Gherghetta hanno siglato l’accordo per il riconoscimento del Castello quale istituzione museale. Le azioni per il riconoscimento del Castello quale museo risalgono già al 1990, anno in cui l’allora sindaco Antonio Scarano presentava istanza alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ai sensi della L.R. 60/76, che tutt’oggi è strumento legislativo utile ed imprescindibile per ottenere tale riconoscimento. La relazione che corredava la suddetta richiesta era composta da un testo con interessanti rimandi storici sulla esistenza di un Civico Museo di Gorizia legato alla storia della città e risalente agli anni precedenti al primo conflitto mondiale. In particolare, già nel 1909, venne organizzata dalla Lega Nazionale a Gorizia una “Mostra artistica” nella quale venivano esposti diversi beni e nell’ambito della quale viene espressa la volontà che l’esposizione si trasformi in un museo civico permanente che comprenda ogni sorta di oggetti antichi e moderni purché abbiano valore artistico e storico. L’impegno del Comitato promotore portò nel giro di pochi mesi alla creazione del Nuovo Museo Civico, istituto che venne ufficialmente costituito dal Consiglio Comunale di Gorizia con una delibera datata 13 marzo 1909. Le collezioni del Museo Civico comprendevano una pinacoteca di autori locali e veneti, una raccolta di stampe, una sezione numismatica e medaglistica, oggetti dell’industria e dell’artigianato goriziano quale la ceramica e il vetro, nonché una collezione storica dell’industria tessile e del costume. La guerra interruppe l’attività di raccolta del Civico Museo, che aveva sede in via Mazzini 7, nell’edificio che fino al 1908 aveva ospitato gli uffici municipali, trasferiti nel palazzo Santacroce dopo l’acquisto dello stesso deliberato a dicembre 1907. L’immobile risultò, proprio a causa dei bombardamenti, inagibile e le collezioni museali furono recuperate e trasferite a Palazzo Attems-Petzenstein, sede del Museo Provinciale attivo dal 1861, ed esposte accanto a quelli provinciali.
Queste le premesse storiche che supportavano nel marzo del ’90 la richiesta del sindaco Scarano e che oggi Ettore Romoli ripropone alla Regione. «Il Museo Civico, costituito con Delibera del Consiglio Comunale nel 1909 – spiega il primo cittadino -, non si è mai sciolto e solo per ragioni tecniche e logistiche le collezioni che lo costituivano sono conservate ed esposte unitamente a quelle dei Musei Provinciali di Gorizia». La richiesta non fu accolta poiché una delle problematiche relative al riconoscimento del Castello quale istituzione museale è rappresentata dal patrimonio che è uno degli elementi base tra i criteri utili alla sua classificazione. Servono quindi un censimento ed una nuova catalogazione delle opere che ab origine appartengono al Comune, quantunque ora siano sparpagliate fra le sedi dei Musei provinciali, edifici comunali ed altri edifici pubblici. Insomma, per dirla con parole mutuate dal settore alimentare, le due amministrazioni devono provvedere in sinergia alla etichettatura e tracciabilità delle civiche collezioni d’arte di Gorizia.

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